Lotte ambientali e democrazia
Conflitti e strumenti per la giustizia ambientale: un Atlante e un Tribunale d’opinione per le comunità resistenti
INIZIATIVA PUBBLICA
16 MAGGIO ORE 18:00
Verso il corteo del 23 maggio a Lanciano
No Ombrina Mare contro tutte le trivelle
Fermare lo Sblocca Italia
Fermare l’onda fossile del governo Renzi
Partecipa e diffondi: evento facebook
Le esperienze di lotta per la giustizia ambientale hanno dato vita in Italia a mobilitazioni di lunga durata all’interno delle quali sono maturati saperi, pratiche, proposte, aggregazione, esperienze di autogoverno e produzione di nuova coscienza politica. Lo Sblocca Italia, con il suo tentativo di imporre sui territori il devastante impatto ambientale di un modello di sviluppo sempre meno equo e democratico e più distruttivo, dalla gestione dei rifiuti al modello energetico, rappresenta l’opportunità e la necessità di unire queste esperienze. Le lotte ambientali, poiché dotate di un forte potenziale ricompositivo e aggregante, hanno dimostrato la possibilità di dar vita a movimenti larghi e diffusi, proprio per questo si impone però un nuovo e incisivo ragionamento su linguaggi, pratiche e strumenti. L’Atlante italiano dei conflitti ambientali e il Tribunale Permanente dei Popoli rappresentano esperienze di ricerca e produzione di coscienza politica al servizio delle lotte sociali. A Sud e il CSOA La Strada invitano ad una discussione che ci prepari al corteo abruzzese del 23 maggio No Ombrina Mare contro tutti i fronti estrattivi, esempio della nuova aggressione del capitalismo predatorio ai territori e alle risorse comuni.
L’opposizione alle trivelle e al decreto Sblocca Italia non può non guardare poi alla possibilità e necessità di costruire un percorso nazionale ed europeo verso la Cop 21, la conferenza sul clima di Parigi 2015. Un tema e un appuntamento che non potranno riempirsi di reale mobilitazione se non passando attraverso un’agenda di appuntamenti dislocati sui territori e che ci portino a Parigi avendo già declinato nelle concrete battaglie delle comunità resistenti il macrotema dei cambiamenti climatici.
INTERVENTI:
Attraversare le lotte in difesa dei territori
Amedeo Ciaccheri – CSOA La Strada
Tra popolo e potere, un tribunale d’opinione: nuovi diritti e coscienza politica
Gianni Tognoni – Tribunale Permanente dei Popoli
L’Atlante italiano dei conflitti ambientali
Marica Di Pierri – Centro di documentazione sui conflitti ambientali
Mobilitarsi contro Ombrina Mare oltre le specificità locali
Fabiano Di Berardino – Zona 22 No Ombrina Mare
Dalla mobilitazione campana allo Sblocca Italia
Egidio Giordano – Coalizione Stop Biocidio
Il decreto Sblocca Italia e la nuova corsa alle fonti fossili
Salvatore Altiero – A Sud
L’ATLANTE ITALIANO DEI CONFLITTI AMBIENTALI
E’ uno strumento di mappatura partecipata dei conflitti ambientali in Italia. Registrandosi come utenti, comitati territoriali, ricercatori, e società civile in qualunque forma organizzata potranno caricare direttamente schede monografiche inerenti specifici conflitti ambientali che, previa validazione da parte dell’equipe di ricerca del CDCA – Centro di documentazione sui conflitti ambientali, entreranno a far parte della mappatura visibile sulla home page dell’Altante.
Visita l’Atlante italiano dei conflitti ambientali a questo link
IL TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) è un organo nato nel giugno 1979, è un tribunale di opinione la cui opera è rivolta a identificare e rendere pubblici i casi di sistematica violazione dei diritti fondamentali, in particolar modo riguardo tutti quei casi in cui la legislazione nazionale e internazionale risultino fallimentari nel difendere il diritto dei popoli (leggi l’articolo di Gianni Tognoni).
Nei suoi trent’anni di storia il Tribunale Permanente dei Popoli ha accompagnato, anticipato e supportato le lotte dei popoli contro le violazioni dei loro diritti fondamentali, come la negazione del principio di autodeterminazione, la distruzione ambientale e tutti quei casi di nuove forme di dittatura economica e di schiavitù.
Di recente alla sbarra del Tribunale permanente dei popoli sono finiti i sostenitori della Tav in Val di Susa. Obbiettivo è quello di dare una risposta a 25 anni di negazione della giustizia e della partecipazione di una comunità resistente al progetto di alta velocità tra Torino e Lione.
«Noi non siamo qui per giudicare o punire, siamo qui per rivelare e per liberare le società oppresse»
Jean Paul Sartre
Leggi cosa è il Tribunale permanente dei popoli a questo link